Introduzione
Oltre III si è dichiarato un fondo Articolo 9 Essendo un fondo ad impatto fin dal primissimo inizio
Ma cosa significa essere classificati come Articolo 9? Nell’articolo di oggi vogliamo raccontarvi del rapporto tra l’essere un fondo ad impatto e la normativa SFDR e dell’influenza sulla nostra strategia di investimento.
Il contesto normativo
Nel panorama finanziario odierno, l’Unione Europea ha introdotto il quadro normativo noto come “Sustainable Finance Regulations”, che ha imposto agli operatori finanziari di classificarsi in base a una macro-categoria: Articolo 6, Articolo 8 o Articolo 9.
La normativa nasce all’interno dell’impegno strategico della commissione di promuovere una la crescita di un’economia sostenibile, ed obbliga gli operatori finanziari di dichiarare l’impegno di ogni fondo in tema di sostenibilità.
Se nell’articolo 6 ed 8 è relativamente facile rientrare, essere classificati come Articolo 9 risulta ben più complesso. Significa, di fatto, avere l’impatto al centro della strategia d’investimento avendo come obiettivo quello di investire soltanto in società che risolvano un problema sociale o ambientale. Scegliere questa classificazione, in realtà, è stato per noi naturale, essendo l’impatto al centro della nostra strategia di investimento da ben prima dell’introduzione di questa normativa.
Il ruolo di Oltre
Allinearci alla normativa, ha comportato, invece, la strutturazione di alcuni aspetti più specifici, che erano già in lavorazione all’interno della nostra strategia.
Nello specifico abbiamo:
- Redatto una policy ESG per l’intero fondo, garantendo il rispetto dei principi ambientali, sociali e di governance.
- Introdotto una due diligence ESG obbligatoria per ogni investimento, in cui è inclusa l’analisi dei rischi climatici fisici e di transizione in fase di valutazione.
- Reso obbligatorio per ogni società presente nel nostro portafoglio l’adozione di un piano d’azione per migliorare le proprie performance ESG.
- Adottato l’utilizzo della piattaforma “Ecomate”, che ci consente di monitorare con maggiore facilità i parametri di sostenibilità delle società del nostro portafoglio, attraverso questionari strutturati su base annuale.
- Introdotto la raccolta dei 16 “Principali Indicatori di Impatto” (PAI) richiesti dalla normativa, i quali vengono comunicati semestralmente.
Oltre a quanto imposto dalla normativa, la cosa di cui andiamo più fieri è l’aver sviluppato un tool interno, grazie al supporto di un consulente, calcolare l’impronta carbonica di tutte le nostre partecipate, le quali redigono un report annuale a tale scopo. Oltre ad essere utile per il calcolo dei PAI, è stato un esercizio utile, anche di riflessione, che ha portato le nostre società a toccare con mano le principali fonti di emissione e potenziali strade di riduzione.
Molti dei nostri investimenti sono ad impatto sociale, tuttavia non pensiamo sia sensato escludere le società ad impatto sociale dal calcolo. La carbon footprint va misurata indipendentemente dall’operato della società.
In ultimo, il nostro impegno è anche quello di allineare la retribuzione del management team delle aziende ad impatto agli obiettivi d’impatto, attraverso un sistema di carried interests (che puoi approfondire sul nostro sito) pensato proprio a tale scopo.
Conclusioni
Il nostro impegno e la conformità alla normativa europea mirano a standardizzare le performance non finanziarie dei fondi e a spingere le società del nostro portafoglio a intraprendere azioni significative per il bene comune.
Siamo convinti che questo assetto normativo ed il crescente impegno di fondi impact come il nostro ad attenzionare queste tematiche sia la chiave per un’economia capace di includere la variabile sociale e quella ambientale all’interno delle proprie dinamiche economico/finanziarie.
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