Il 2021 di SportClubby comincia con il traguardo del primo mezzo milione di utenti attivi sulla app e l’annuncio definitivo del nuovo aumento di capitale.
Oltre mezzo milione di utenti attivi sulla app, 700 strutture sportive iscritte al servizio e oltre cinque milioni di prenotazioni totali concluse in un anno in cui la maggior parte delle palestre ha dovuto fare i conti con il “lockdown” nazionale, seguito da mesi di chiusure a livello locale. Sono numeri importanti, quelli di SportClubbby, che nei giorni scorsi ha portato a termine l’aumento di capitale da 1,6 milioni di euro complessivi, con i 950 mila euro delle finanziarie regionali LigurCapital e Finpiemonte che si sono aggiunti alle risorse raccolte nella precedente campagna di crowdundng a cui ha partecipato anche Oltre Venture.
Nel corso del 2020 la digitalizzazione delle attività sportive ha superato il punto di non ritorno
“Gli eventi di questi ultimi mesi hanno contribuito a semplificare e accelerare numerosi processi – commenta Biagio Bartoli, CEO di Sportclubby e co-founder della startup insieme a Stefano De Amici – Per esempio, ora è diventato normale fissare un appuntamento online e presentare il nostro prodotto alle palestre interamente su Zoom, mentre prima incontravamo non poche resistenze su questo fronte“. La stessa cosa è accaduta per i pagamenti da app, abilitati durante il 2020 su Sportclubby tramite la piattaforma Stripe e diventati nel giro di pochi mesi la norma sia per gli utenti sia per un settore che, fino all’altro ieri, utilizzava ancora per lo più i contanti per le sue transazioni.
La digitalizzazione di palestre e centri sportivi, favorita da SportClubby durante i momenti più difficili del 2020 attraverso la fornitura di una piattaforma per trasmettere lezioni e corsi in diretta streaming e a pagamento, è giunta ormai a un punto di non ritorno: una volta conclusa la pandemia, la maggior parte dei corsi continueranno a essere fruibili anche in modalità online, allargando in questo modo la platea di utenti e decongestionando le palestre e i luoghi di ritrovo. “Già oggi – conferma Bartoli – molte palestre si stanno strutturando per riconvertire i loro spazi in modo da ospitare solo poche persone per volta, integrando il mancato guadagno in presenza con il live streaming“.
Il digitale come strumento inclusivo per quelli che non possono fare attività sportiva “in presenza”
In prospettiva, inoltre, la digitalizzazione dei corsi erogati da palestre e personal trainer qualificati porterà un numero maggiore di persone a seguire un’attività sportiva con regolarità: persone che vivono in montagna o in centri periferici, donne in stato di gravidanza o genitori con bambini piccoli al seguito, anziani e persone con disabilità potranno seguire i corsi da remoto senza dover per forza recarsi in una palestra o in un centro attrezzato posto a diversi chilometri dalla loro abitazione. “Lo stesso live streaming – aggiunge il CEO – potrà essere utilizzato dalle palestre anche come uno strumento di marketing online, per farsi conoscere nel territorio e portare le persone a frequentare in un secondo momento i corsi in presenza“.
In questo contesto, non si ferma la crescita dell’azienda che punta entro i prossimi tre anni alle 2.300 strutture iscritte e ai tre milioni di utenti registrati sull’ app: un obiettivo da raggiungere attraverso il passaggio da una piattaforma di servizi a una piattaforma di “contenuti”, dove gli utenti potranno iscriversi e ricevere consigli personalizzati sulle strutture e i corsi più adatti al proprio stato di salute. “Siamo considerati, oggi, uno strumento di democratizzazione dello sport – conclude Biagio Bartoli – perché non ci limitiamo a dare alle persone quello che si aspettano, me le aiutiamo a sperimentare nuove discipline e ad accedere a corsi altrimenti per loro fuori portata“. A guardare i numeri, sembra che la strada sia quella giusta.